Scendeva la notturna e silenziosa quiete che s'alza silente alla foce del cuore, ed io, bimbetto invaghito dell'età più novella e di un chiarore donato all'alba dell'occhio suo fuggente nei prati,solea canticchiare la casta e melodica voce di un tranquillo tramonto,e di un'età dell'oro ove anche i più accesi tra gli animi dei fior parean gingillarsi nelle acque pulite e baciate a quel lugubre suono,ed al roseo di un notturno cantore. Chiaro m'appariva quel suo ciglio incantevole,e bello è ora il rimembrar quell'era, e quelle note notturne dipinte di un magico rosa.
Francesco Sinibaldi